corso5
, 31/05/2013, 14:00 - 17:00

Nefrectomia radicale e trattamento dal carcinoma renale avanzato oggi

Direttore: Roberto Sanseverino
Cenni storici ed epidemiologia
R. Sanseverino
Novità in tema di diagnostica
P. Graziotti
Evoluzione del concetto di radicalità oncologica
A. Mandressi
Nefrectomia radicale laparoscopica: nuovo standard di terapia?
R. Sanseverino
Indicazioni alla nefrectomia a cielo aperto
A. Mandressi
Nefrectomia radicale in caso di trombosi cavale
P. Graziotti
Dall’immunoterapia alla target therapy
G. Cartenì
Significato moderno della nefrectomia citoriduttiva e della metastasectomia nel paziente metastatico
A. Mandressi
Clinical cases contest

Il carcinoma del rene, sebbene rappresenti solo il 2-3% di tutte le neoplasie maligne, è in costante crescita, in particolare in Europa e Nord America. Nell’Unione Europea sono stati riscontrati 63.300 nuovi casi nel 2006, con 26.400 decessi collegati alla patologia; negli Stati Uniti, dati relativi al 2008, riportano 54.390 nuovi casi, con 13.010 decessi cancrospecifici. In Europa la mortalità da carcinoma del rene è globalmente cresciuta fino agli anni ’90, con una successiva stabilizzazione ed una attuale tendenza al decremento. Nei paesi scandinavi già dagli anni ’80 si è osservata un’inversione di tendenza, con riduzione della mortalità, che negli anni ’90 si è estesa anche ad altri paesi (Francia, Germania, Austria, Olanda, Italia). Ciò non toglie che in alcuni paesi dell’Europa Orientale e Meridionale la mortalità sia tutt’ora in crescita. La sempre maggiore diffusione dell’ecografia ha determinato un maggior incremento dell’incidenza delle neoformazioni renali di piccole dimensioni, il cui trattamento non è oggetto di questo corso. Nonostante ciò circa il 30 – 40% dei pazienti si presenta alla diagnosi con malattia avanzata o sperimenterà una progressione di malattia dopo il primo trattamento. I concetti di radicalità chirurgica sanciti negli anni ’60 dal lavoro pionieristico di Robson, sono oggi stati rivisitati in un’ottica meno demolitiva, grazie anche ad una maggiore conoscenza della biologia del tumore e ad una più corretta stadiazione preoperatoria. Il prepotente avvento della chirurgia laparoscopica ha ridefinito gli standard chirurgici di riferimento, riservando alla chirurgia tradizionale le controindicazioni alla chirurgia minivasiva. L’affinamento delle tecniche chirurgiche ed anestesiologiche ha consentito l’espansione delle indicazioni di una chirurgia estrema come quella della trombosi cavale. Infine l’introduzione di nuovi farmaci (inibitori delle tirosinkinasi, inibitori mTOR, farmaci antiangiogenetici) ha aperto nuove frontiere nel trattamento della malattia metastatica, in una patologia fino ad oggi confinata quasi esclusivamente alla terapia chirurgica. Scopo di questo corso è di puntualizzare le evidenze più recenti nel trattamento del carcinoma renale non suscettibile di trattamento conservativo.